Alessandro Spano

​GLRT c'è. Sempre.

10 ottobre 2017

Alessandro Spano, Presidente (ancora per poco) dei Giovani Liberali Radicali Ticinesi

Tra poco più di una settimana lascerò il timone di GLRT per consegnarlo nelle mani del nuovo skipper che l'assemblea eleggerà domenica prossima. Dopo due anni alla testa del primo movimento giovanile cantonale, mi piacerebbe condividere alcuni pensieri … editoriali.

La Presidenza di GLRT mi ha permesso – e talvolta imposto – di crescere a livello personale. Ne sarò sempre riconoscente. A 16 anni, mi sono avvicinato incuriosito al movimento giovanile. Anno dopo anno, fra movimento distrettuale e cantonale, ho conosciuto tante e tanti giovani e mi sono confrontato con idee, proposte, critiche, successi e buchi nell'acqua. Com'è normale che sia. Poi un giorno, la tribù GLRT mi ha eletto Presidente e ho dovuto trasformare la curiosità e la passione per il territorio che viviamo in impegno costante e concreto.

Sono state due le stelle polari della nostra azione. La prima è raccontare la nostra visione, con una linea chiara sui temi fondamentali per il futuro dei giovani e del Paese. La seconda concerne il metodo, coinvolgendo – quindi responsabilizzando – tutti i membri, dal primo all'ultimo. Abbiamo portato avanti una lotta (difficilissima) sui problemi dell'asse nord-sud delle FFS, abbiamo presentato diverse mozioni sull'e-government, abbiamo denunciato la progressiva rottura del patto generazionale, abbiamo iniziato a perlustrare le aziende per capire come garantire posti di lavoro. Con una mozione stiamo lottando (mettendocela tutta!) per garantire ai giovani di anticipare l'insegnamento del tedesco nelle scuole nonostante la miope opposizione del Governo. E stiamo per tirare in porta con il Centro educativo chiuso per minorenni. Anche il tema del voto elettronico è in cantiere, così come l'accesso alla proprietà per i giovani e il sostegno concreto alle start up. GLRT vuole dunque contribuire al Ticino dei prossimi 50 anni, fatto di digitalizzazione, mobilità, posti di lavoro e coesione sociale.

Ma in questi anni ho flirtato anche con il PLRT e i suoi meccanismi (un po' ingessati e macchinosi, diciamocelo). Ho potuto conoscere molte persone, dal ferroviere all'economista, dall'avvocato all'architetto, dal docente allo studente. Un partito storicamente trasversale che finalmente negli ultimi anni è cambiato, imparando a unirsi anziché dividersi, lottare anziché accarezzare la sua torre d'avorio (anche se di lavoro ce ne sia ancora). Ho visto un PLRT perdere la maggioranza relativa in Consiglio di Stato, ma che ha deciso, nonostante tutto, di guidare il Paese. Ho anche visto un PLRT riguadagnare finalmente un Consigliere federale ticinese, con un bagno di folla bellinzonese che è stato un tributo anche al PLRT. Il nostro spirito critico ci suggerisce però di rimanere attuali, snelli e profilati. La sfida principale rimane la comunicazione, che significa riflettere sui contenuti, sui posizionamenti, sul dibattito. Non è solo marketing.

GLRT e PLRT devono quindi continuare a riformare e riformarsi, premiando chi si impegna e chi propone, non chi pretende. Focalizzarsi costantemente sui temi, sulle misure e sulle percezioni, entrando in empatia con i cittadini, le loro preoccupazioni e aspirazioni.

Spero che il prossimo Presidente GLR faccia meglio di me, e quello dopo meglio ancora del precedente. È questo l'insegnamento cardine che un movimento giovanile dovrebbe tatuarsi in fronte: costruire un Paese migliore perché lo si ama, non perché ne siamo proprietari.